Vita e Spiritualità

Sguardo d’insieme sulla Vita e la Spiritualità di Mamma Carmela

Sin dagli anni giovanili, Carmelina è stata una discepola fedele, sempre in ascolto del Signore, del quale ha praticato la volontà e ha atteso il ritorno.

La preghiera è stata al centro della sua vita: una preghiera apostolica, che ha annunciato il Signore e che ha puntato su tre cose:

– la parola di Dio;

– la preghiera vera, quella che prega con le parole di Gesù;

– l’accompagnamento dello Spirito Santo.

Ma la preghiera, come discepola e missionaria, connota anche l’esperienza della fatica, della serva inutile del Vangelo che, dopo aver fatto il suo dovere, si ritira, perché sa che solo nel mistero della volontà di Dio ci sarà il raccolto.

Cinque aspetti fondamentali si colgono nella vicenda di Mamma Carmela:

♦ il suo dialogo con Dio;

♦ la scelta di essere nel Regno con una vocazione: la famiglia;

♦ la sua dedizione al servizio della Chiesa e per la Chiesa: pregare e insegnare a pregare;

♦ il modello di un servizio: la devozione mariana;

♦ la spiritualità di chi si fa piccolo e si spende per il Regno di Dio.

 

1° Aspetto. Il dialogo personale con Dio: la Preghiera

Il segreto, il fondamento di ciò che non si vede, ma esiste, la sorgente di tutto, nella vita di un credente, è la preghiera personale, il dialogo, il colloquio con Dio, nella certezza che Dio ci conosce per nome, ci chiama, sa quando ci sediamo e quando ci alziamo, sa quando viviamo la sua presenza.

Ci viene chiesto di riflettere, di ascoltare, di entrare nel suo progetto, di chiarirlo, di sceglierlo. Tutto questo avviene nella preghiera personale, tempo di riflessione, ma soprattutto tempo di gratitudine a Dio per il dono della fede e certamente è avvenuto nella preghiera di mamma Carmela.

 

2° Aspetto. La scelta del regno di Dio: la vocazione alla famiglia

Ogni figlio di uomo è chiamato dal Signore per il Regno. Noi non siamo una massa informe di individui, ognuno di noi ha il proprio posto e la propria responsabilità. È la vocazione, una scelta precisa e concreta, una storia da realizzare.

Per Mamma Carmela, il luogo della testimonianza, della vocazione al Regno, è stato l’affetto per il marito, che l’ha portata a costruire una famiglia nello spirito delle Beatitudini evangeliche, in cui non veniva a mancare né la gioia né il coraggio di affrontare qualsiasi situazione.

 

3° Aspetto. Il servizio alla Chiesa: l’apostolato della Preghiera

Mamma Carmela ci ha insegnato a pregare, ha scelto di essere nel Regno di Dio come moglie e come mamma; ma fin da ragazza ha scelto di essere apostola della preghiera nell’educazione dei bambini, in un’animazione ricca di fede e di religiosità; nel mondo professionale, nel mondo delle sue amicizie e, quando le è stato possibile, ha insegnato a pregare, ha diffuso la preghiera con un tono e uno stile del tutto particolari.

Tutto questo sempre nell’ambito fedele del pregare liturgico, del pregare della Chiesa.

Mamma Carmela ha aiutato ciascuno di noi ad attuare quello che Gesù ha ripetutamente detto: “Bisogna pregare sempre”. Non c’è scusa per dire: non so pregare, non ho tempo! Gesù ha detto: “Bussate e vi sarà aperto. Chiedete e vi sarà dato”. È una preghiera che nasce dai cuori angosciati, ricca di abbandono alla paternità di Dio. È la preghiera che Cristo faceva nel silenzio del Padre suo.

La radice profonda della preghiera, che ha caratterizzato il modo di pregare di Mamma Carmela, è l’umiltà. Quando si sceglie per il Regno di Dio, si è come un seme che scompare nel terreno perché altri abbiano domani a nutrirsene. La vita ha successo se viene spesa per gli altri.

Questo è stato il grande segreto di Mamma Carmela nel suo insegnamento, nella sua quotidianità.

 

4° Aspetto. Il modello di un servizio: la devozione mariana. Carità e Gioia

La preghiera applicata a Maria è la grande e felice intuizione che mamma Carmela ha avuto sentendo il dovere di pregare e di invocare per gli altri. Maria è la donna che ha pregato e nella preghiera ha ascoltato Dio, nella preghiera ha capito, nella preghiera ha deciso, si è lasciata accompagnare, nella preghiera ha vissuto la speranza del compiersi del disegno che l’avrebbe resa Madre di Dio.

Abbiamo nel Vangelo la grande preghiera di Maria: il canto del Magnificat. Maria, nella preghiera, ha goduto di questa grande e insolita verità che è la presenza del Signore. Ha conosciuto l’agire del Signore, ne ha cantato l’amore. Ella quindi ha goduto nel pregare perché in lei era la presenza del Signore, perché il Signore si manifestava nelle sue opere. Lui che ricolma di beni e che è il fondamento di ogni speranza.

La gioia nasce proprio dalla speranza e dalla serena certezza di essere nella verità.

 

5° Aspetto. Il dono di sé e la speranza nella misericordia di Dio. la Spiritualità.

Il tema centrale per la meditazione del mistero del Signore è che Lui è il “misericordioso” (Eb. 2,17).

Non può non esserlo, perché e la manifestazione del Padre “ricco di misericordia” (Ef. 2.4).

Possiamo brevemente documentare questa affermazione leggendo il Vangelo:

Alla supplica di un lebbroso, si legge: “Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: lo voglio, guarisci” (Mc. 1,40-41).

Gesù guarda le folle e prova compassione perché sono “stanche e sfinite, come pecore senza pastore” (Mt. 9,36).

In Dio la compassione non è situazione episodica, ma fedeltà all’uomo. Dovremmo frequentemente recitare il Magnificat, il canto di Maria alla misericordia infinita di Dio: “… di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono” (Lc. 1,50).

La sua volontà autentica, quella che noi diciamo “la volontà del Padre”, è che noi abbiamo ad imitarlo proprio in questo campo. “Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia” (Mt. 5,7); “Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro” (Lc. 6,36); “Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?” (Mt. 18,33).

Il compimento o meno delle opere di misericordia sarà il criterio di giudizio della nostra esistenza, che sarà positivo se saremo stati solidali e ci saremo identificati con coloro che attendono misericordia.

Ma soprattutto, ed è questa la bellezza del discorso, noi siamo salvati dall’azione misericordiosa di Cristo.

Scrivendo al discepolo, Tito, san Paolo dice: “Egli ci ha salvato non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per sua misericordia, mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento dello Spirito Santo” (Tt. 3,4-5).

Nei gruppi di preghiera del nostro movimento, che si riconosce nella direzione di “Gesù Misericordioso”, è abituale il riferimento alla spiritualità di Santa Faustina Kowalska e di mamma Carmela, che, trent’anni dopo la morte di suor Faustina, scriverà sotto ispirazione di Gesù: “Scrivi, figlia mia. Tu sarai l’apostola del mio amore misericordioso. Io ti benedirò e riverserò su di te abbondanti e grandi doni”.

E davvero mamma Carmela fu fervente apostola della Divina Misericordia con la parola, gli scritti e un larga diffusione dell’immagine del volto di Gesù. Oggi, in molti luoghi di preghiera, è facile trovare l’immagine di Gesù Misericordioso; e anche nelle case, nei libri di devozione di tanti, sta la sua immagine, a ricordare un’onda sempre più diffusa di fede e di speranza nel progetto provvidenziale del Padre.

La misericordia è il progetto del Padre in Cristo per ogni uomo.

 

San Pietro nella sua prima lettera scrive: “Voi, che un tempo eravate non popolo, ora invece siete il popolo di Dio; voi, un tempo esclusi dalla misericordia, ora invece avete ottenuto misericordia” (1Pt. 2,10).

 

Chiediamo che il Signore ci assista e ci benedica nel rivestirci di quelle virtù che testimoniano la Sua Misericordia, che la Chiesa ha riconosciuto in Santa Faustina e, che noi, abbiamo stimato in mamma Carmela.

“Rivestitevi dunque, come amati da Dio, santi e diletti, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza” (Col. 3,12).

 

Testo tratto dalla veglia, tenuta il 23 Novembre 2003

da Mons. Carlo GALLI, nella Basilica di  Sant’Agostino

per il 25° anniversario della morte

di Mamma Carmela